LUCREZIA DELLA GENGA
Lucrezia era figlia di Simone dei Conti della Genga e dovrebbe essere nata intorno al 1340 (nel suo testamento, redatto nel 1425, si dice che a quella data aveva 85 anni). Aveva sposato Federico di Baldino dei conti di Marsciano, a cui aveva dato almeno un figlio che portava il nome del nonno, Baldino. Alla morte del marito seguì poco dopo anche quella del figlio. Probabilmente iniziarono subito dopo i contrasti con gli eredi del marito per la restituzione della propria dote, che avranno lunghi strascichi: ne troviamo ancora menzione nel suo testamento. A questo punto comunque Lucrezia si ritira in una casuccia presso le mura etrusche di Todi insieme alla sorella Caterina. Sulla data in cui questo avvenne i documenti non concordano, ma Enrico Menestò la fissa plausibilmente al 1389, molto vicina cioè alla prima attestazione del monastero di S. Anna a Foligno (1388). In breve altre donne le si avvicinarono per condividere la sua scelta di vita. Lucrezia acquistò alcune case vicine, altre ne ricevette in dono e nel giro di pochi anni si costituì il nucleo di quello che sarebbe stato il monastero di S. Giovanni Battista, comunemente chiamato a Todi, dal nome della sua fondatrice, "le Lucrezie". Lucrezia poteva contare sul sostegno delle autorità cittadini ma anche sulla protezione delle famiglie nobili cittadine. In particolare risulta molto legata a Gabriella dei Gabrielli di Gubbio, che aveva sposato Francesco di Catalano degli Atti, signore di Todi. Nel 1400 insieme ad Angelina, è erede di Margherita di Meo Salimbeni che aveva sposato Ludovico di Tommaso di Todi. Questo testamento è molto importante per la ricostruzione della storia di Angelina: in esso infatti Lucrezia viene detta vedova mentre questo epiteto non è attribuito ad Angelina, lasciando supporre che il suo matrimonio non sia mai avvenuto. Margherita poi appartiene alla famiglia dei Salimbeni di Siena, casato che Ughelli dice essere stato quello della madre di Angelina.
Il 28 marzo 1425 Lucrezia detta il proprio testamento nel quale ricorda i nipoti Adolfino, Simone, Giovanni e Gaspare, figli di suo fratello Contuccio della Genga. Lascia erede la sorella (che le succederà nella guida della comunità) e le altre compagne.