IL MONASTERO DI S. QUIRICO AD ASSISI.
Non sorprende che, nella città che a San Francesco aveva dato i natali, sorgessero molte comunità religiose femminili di terziarie. Alcune di queste ebbero vita breve, ma di altre possiamo ricostruire con maggiori dettagli la storia. E' questo il caso della comunità che fa capo ad Angelina.
La prima notizia sicura che parla di un monastero femminile di "continenti" risale al settembre del 1381. Non sappiamo però che legame vi fosse tra costoro e la comunità di San Quirico. Passa una decina d'anni e nel 1392 è citata una Giovanna come badessa delle continenti. Il nome di Giovanna-Vanna non può non far pensare a Vanna Ghelferi, nella cui casa, presso la fraternità di Santo Stefano, viene redatto nel 1402 il testamento di Nucciarella di Luce. In questo documento compare Angelina di Giacomo da Montegiove che viene detta "abitatrice in Assisi". A questa data Vanna è certo morta e Angelina sembra guidare la comunità. Appare dunque chiaro dai documenti notarili che il monastero fu fondato da Vanna e non da Angelina, ma che poi si avvicinò alla comunità folignate. Più problematico è stabilire quale sia stato il legame con Paoluccio che effettivamente appare legato alla comunità a partire però solo dal 1416, quando forse si risentiva del legame con la casa di Foligno.
Fino al 1406 il monastero rimase delle dimensioni di una casa privata: solo a partire da questa data, infatti, i documenti ci mostrano come le suore abbiano sentito la necessità di ampliarla, accrescendola per prima cosa di un oratorio. Finché Angelina fu viva la comunità appare strettamente legata alla congregazione e nel 1436 suor Tommasa di ser Luca è una delle badesse a cui il papa conferma i privilegi accordati dai suoi predecessori. Anche il nome del monastero è ormai quello di san Quirico. Nel 1451 la comunità si sposta in porta S. Chiara. La primitiva struttura resterà però ancora occupato dalle bizzoche, sotto il nome di "monastero di Santo Stefano". Intanto il nuovo monastero di san Quirico cresce, con l'edificazione di una chiesa che sarà affrescata. Nel corso del Cinquecento la comunità aumenterà ulteriormente, grazie anche all'unione con un altro monastero, quello di Sant'Antonio da Padova, fondato da donna Rosata. Il rapporto si interromperà però dopo qualche anno, in modo un po' brusco, con una causa in tribunale. Tuttavia nel 1573 la fusione fu resa definitiva dal visistatore apostolico, Pietro Camaiani, il quale ordinò che fosse ricostruita anche la chiesa, esterna alla struttura. Di lì a poco le suore saranno costrette alla clausura per le conseguenze del Concilio di Trento. Ancora oggi il monastero di San Quirico è occupato da una comunità di Clarisse.
La storia recente si è legata a quella del nostro paese, dalle soppressioni postunitarie (la data di riacquisto è il 1899) alle vicende della seconda Guerra Mondiale. Nel 1997 la struttura ha subito ingenti danni a causa del terremoto ed è stato ristrutturato. In quella occasione è andata distrutta una statua della Beata Angelina che ancora si conservava presso il monastero.