IL MONASTERO DI S. AGNESE A VITERBO
I documenti attestano la presenza di terziarie francescane a Viterbo fin dal 1417. Venivano chiamate le "povere di Cristo" e abitavano nella casa Tignosini in S. Tommaso. Nel 1426 in città giunse per predicare durante la quaresima S. Bernardino da Siena e nelle Riformanze (i registri delle adunanze comunali) si legge che egli avrebbe istituito un bizzoccaggio. Le fonti precisano che esso avrebbe seguito la regola di Angelina.
Come si collegano tutti questi dati? E' probabile che in origine vi fossero a Viterbo delle bizzoche e che, forse su interessamento di San Bernardino, Angelina con le sue consorelle fosse venuta a riformarle. Angelina dovette giungere accompagnata da quattro compagne, secondo ciò che attesta un manoscritto conservato a S. Anna: suor Letizia di Sante da Capodacqua, suor Orifica, suor Terenzia e suor Rosata.
Suor Chiara di s. Venanzo, una delle ventisei povere sorelle destinatarie della bolla del 1406, risulta essere ministra nel 1428 quando Martino V riconosce la congregazione. Nel 1439 a reggere il monastero era Tizia di Giacomo Salvorello da Foligno, a testimoniare ulteriormente i legami fra i due monasteri. Già nel 1450 accanto alla denominazione di Sant'Agnese troviamo poi quella di San Bernardino, a memoria del santo che era stato canonizzato proprio in quell'anno e che veniva riconosciuto come il fondatore della comunità. Nel 1460 fu edificata la chiesa che fu dedicata proprio al santo senese.
Nel monastero di Viterbo entrarono molte giovani appartenenti a famiglie ricche e influenti, come i Farnese. Fra tutte spicca santa Giacinta Marescotti (1585-1640). Oggi il monastero, che conserva il corpo di santa Giacinta, ospita una comunità di clarisse.
Tela raffigurante la presentazione di Maria al tempio (Caldaro, Bolzano).
In primo piano a destra la beata Angelina e a sinistra santa Giacinta Marescotti