5. ANGELINA MINISTRA GENERALE DELLA CONGREGAZIONE DI FOLIGNO

Già dal 1298, con la Costituzione 'Periculoso', Bonifacio VIII proibiva forme di vita in comune non tutelate dalla clausura e nel 1317 Giovanni XXII con la Bolla ‘Sancta Romana' proibiva di fondare 'nuove religioni' al di fuori di quelle costituite: la clausura era considerata un bene in sé e una potente salvaguardia della castità per cui, pur di non derogare ad essa, si concedeva alle monache di poter possedere beni stabili e di ridurre il lavoro.
Storicamente era stato molto importante che Bonifacio IX avesse avallato un’esperienza bizzocale, approvando la comunità di Foligno; infatti, nonostante le ingiunzioni di cui sopra, erano molti, nell'Italia centrale, gli insediamenti sia maschili che femminili sui monti, nei romitori, nelle città. Perugia, già nel 1300, aveva un monastero di Terziarie e nel secolo XV conoscerà un fenomeno di “aggregazione” simile alla Congregazione di Foligno.
A Foligno, poi, prima del monastero di fra Paoluccio ne erano sorti altri, non solo di terziarie francescane: s. Caterina, l'Annunziata e il monastero di Margaritura. I monasteri spesso contavano sull'approvazione dei vescovi diocesani che non avevano interesse a molestarli, giacché, tra l'altro, costituivano uno dei pochi sbocchi della vita penitenziale femminile; tuttavia senza un rescritto il problema della legalità rimaneva sempre aperto.

Foligno, via dei Monasteri.

Alcuni monasteri del centro Italia risolsero questo problema federandosi con il monastero di Foligno, altri -e questo avverrà più tardi- si rivolgono al papa chiedendo di poter fruire degli stessi benefici del monastero di Foligno, di Firenze, di Viterbo... della Congregazione di Foligno. Questa diviene così un importante punto di riferimento e non solo in Italia.

Angelina deve essersi presa a cuore la sorte di questi insediamenti bizzocali; la troviamo itinerante in alcune città dell'Italia centrale: nei primi anni del '400 la troviamo a Todi, dove Lucrezia della Genga, vedova di Federico di Marsciano, aveva nel 1389 istituito un bizzocaggio, s. Giovanni, detto delle Lucrezie; la troviamo in Assisi, dove era sorto alla fine del '300 un piccolo insediamento di Terziarie francescane presso la casa di una certa monna Vanna di Guelferio.

Quest'ultima sarà forse la seconda comunità che si rivolgerà ad Angelina in vista di una federazione, giacché nel 1402 ella si dice presiedere il monastero di s.Anna e quello di Assisi.

Il primo monastero deve essere stato quello di Todi: in un atto notarile, rogato nel 1400 in questa città, è detto posto "sub instituto domine Angeline" e la cosa è quanto mai singolare: prima ancora che il monastero folignate venisse formalmente approvato, esisteva già un abbozzo di Congregazione.
Negli insediamenti preesistenti Angelina avrà portato lo spirito dell'Osservanza di Paoluccio, la sua esperienza di vita spirituale alla scuola di Francesco. E' interessante notare come nel 1416, in un testamento in cui si lascia un legato alle suore del monastero assisiate, queste sono dette appartenenti "all'Ordine di fra Paoluccio".
Nel 1428 sono sei le comunità che considerano Angelina punto di riferimento: Foligno, Todi, Firenze, Ascoli, Assisi, Viterbo, cui seguiranno Perugia e L’Aquila.

L'itinerario dell'aggregrazione era di solito questo: un piccolo gruppo di Terziarie che faceva vita comune, o desiderava farla, veniva a sapere dell'esperienza di Foligno e si rivolgeva ad Angelina. Questa poteva prendere contatti personalmente o inviare qualche sorella a sostenere, a impiantare, ad animare: suor Cecca di Ungaro di Marsciano, ad esempio, che dopo il 1406 non ritroviamo più tra le aventi voce attiva nel capitolo di Foligno, nel 1428 è ministra di s. Onofrio a Firenze. Nel 1428 le sei comunità suddette chiedono a Papa Martino V di ratificare quanto di fatto già sperimentano: eleggere una ministra, ricevere le professioni ma anche avere facoltà di eleggere una ministra generale con diritto di visita, di correzione e di deposizione delle rettrici indegne. Per il tempo questa rappresentava proprio una rivoluzione: il papa concederà quanto richiesto. Ministra generale e ministre locali sarebbero state soggette alla visita dei Ministri e dei Visitatori dei frati Minori senza specificazione di ambiti.
Lacerata dallo scisma d'occidente, la Chiesa romana guardava queste nuove forze religiose come a fermento di coesione al suo interno; molte nuove fondazioni, insieme a quella di Foligno, ottengono in questo periodo concessioni e riconoscimenti ufficiali.
Il Papa, dunque, incarica il vescovo di Todi di interessarsi e di provvedere; questi provvederà concedendo quanto chiesto con Decreto 22 giugno 1430; grazie a questa autorizzazione viene eletta la ministra generale nella persona di Angelina, ministra di Foligno e anima di tutto il movimento.
Nasce così la Congregazione di Foligno, un fenomeno di grande rilevanza, giacchè realtà culturali e politiche complesse e molto diverse tra loro fanno ora capo ad una piccola città come Foligno.
Se a Paoluccio va attribuito l'avvio dell'esperienza nella sua città natale, ad Angelina va riconosciuto il merito "di avervi operato una svolta e di aver attratto sul suo progetto nuove protezioni politiche ed ecclesiastiche" (M.Sensi).
Non fu tranquilla la vita della nuova Congregazione: lo spazio di autonomia ad essa concesso sarà ben presto motivo di contestazioni e di contrasti.